venerdì 8 agosto 2014

E così Amira era felice… Sul matrimonio

Sempre nel romanzo Oggi forse non ammazzo nessuno la giovane protagonista Jasmine racconta con un certo disappunto come la sua amica Amira, anche lei musulmana, abbia lasciato l’Università per sposarsi e dedicarsi alla famiglia, cadendo lei stessa nel pregiudizio che una donna musulmana sposata debba necessariamente considerarsi una persona sottomessa alla volontà del marito.
E’ Amira stessa a sorprenderla rivendicando l’autonomia della sua scelta e, con immenso stupore di Jasmine, la sua felicità:

Contraddire mio marito o rispondergli in maniera sfacciata davanti agli altri sarebbe ingiusto. Perché non vuole che la percezione che gli altri hanno di lui sia quello di un uomo soggiogato dalla moglie o comunque incapace di farsi rispettare e di legare a sé la propria donna con l’affetto e la sensibilità. Ma poi quello che succede davvero quando la porta della nostra casa si chiude è un’altra cosa. (p. 183)

Amira racconta del suo diritto a contraddire suo marito quando litigano, delle sue decisioni e delle sue scelte: la destinazione della luna di miele, l’arredamento della casa, le uscite, e infine, l’università. Abbandonare gli studi per non trascurare la vita matrimoniale è per Jasmine una rinuncia a quei valori per cui combatte ogni giorno e che rivendica con foga: la carriera, la libertà, l’emancipazione. Ma Amira continua a stupirla:

Non so chi ti ha raccontato che l’emancipazione è strettamente subordinata al lavoro. A volta invece è la carriera che può rendere schiave. Jasmine, da quando ho trovato l’uomo che amo, l’unica cosa che voglio è farlo felice e avere dei figli con lui. […] Se passerò le mie giornate a preparare pranzetti a ad educare i miei figli, mi andrà bene lo stesso. (p. 184)

Jasmine constata sconvolta che Amira è felice, facendoci riflettere sul fatto che probabilmente la vera emancipazione è riuscire a liberarsi da ogni tipo di pregiudizio, anche quelli che riguardano la nostra stessa cultura.

E così non tutte le ragazze musulmane con la cittadinanza europea hanno come massima ambizione di spaccare il mondo e mostrare a tutti che vogliono fare un lavoro brillante, essere indipendenti e fare un sacco di soldi. E così una ragazza che sembra la perfetta moglie sottomessa magari dietro la porta di casa si trasforma in un'amazzone che gestisce da matriarca ogni singolo aspetto della vita di coppia. E così a volte io non capisco un cazzo. (p. 185)

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