Sempre nel romanzo Oggi forse non ammazzo nessuno la
giovane protagonista Jasmine racconta con un certo disappunto come la sua amica
Amira, anche lei musulmana, abbia lasciato l’Università per sposarsi e
dedicarsi alla famiglia, cadendo lei stessa nel pregiudizio che una donna
musulmana sposata debba necessariamente considerarsi una persona sottomessa
alla volontà del marito.
E’ Amira stessa a
sorprenderla rivendicando l’autonomia della sua scelta e, con immenso stupore
di Jasmine, la sua felicità:
Contraddire
mio marito o rispondergli in maniera sfacciata davanti agli altri sarebbe
ingiusto. Perché non vuole che la percezione che gli altri hanno di lui sia
quello di un uomo soggiogato dalla moglie o comunque incapace di farsi
rispettare e di legare a sé la propria donna con l’affetto e la sensibilità. Ma
poi quello che succede davvero quando la porta della nostra casa si chiude è
un’altra cosa. (p. 183)
Amira racconta del suo
diritto a contraddire suo marito quando litigano, delle sue decisioni e delle
sue scelte: la destinazione della luna di miele, l’arredamento della casa, le
uscite, e infine, l’università. Abbandonare gli studi per non trascurare la
vita matrimoniale è per Jasmine una rinuncia a quei valori per cui combatte
ogni giorno e che rivendica con foga: la carriera, la libertà, l’emancipazione.
Ma Amira continua a stupirla:
Non
so chi ti ha raccontato che l’emancipazione è strettamente subordinata al
lavoro. A volta invece è la carriera che può rendere schiave. Jasmine, da
quando ho trovato l’uomo che amo, l’unica cosa che voglio è farlo felice e
avere dei figli con lui. […] Se passerò le mie giornate a preparare pranzetti a
ad educare i miei figli, mi andrà bene lo stesso.
(p. 184)
Jasmine constata
sconvolta che Amira è felice, facendoci riflettere sul fatto che probabilmente
la vera emancipazione è riuscire a liberarsi da ogni tipo di pregiudizio, anche
quelli che riguardano la nostra stessa cultura.
E così non tutte le ragazze musulmane con la cittadinanza europea hanno come massima ambizione di spaccare il mondo e mostrare a tutti che vogliono fare un lavoro brillante, essere indipendenti e fare un sacco di soldi. E così una ragazza che sembra la perfetta moglie sottomessa magari dietro la porta di casa si trasforma in un'amazzone che gestisce da matriarca ogni singolo aspetto della vita di coppia. E così a volte io non capisco un cazzo. (p. 185)
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